mercoledì 29 gennaio 2025

Il prete intrallazziere

Si introduca qui la figura del prete intrallazziere, ossia colui che pur ordinato al sacerdozio ha come vocazione non quella sacerdotale, ma quella agli intrallazzi - e che per quanto vanti la propria chiamata al sacerdozio la ritiene fondamentalmente uno strumento per questi ultimi. Non ci si lasci ingannare dall'espressione affabile e gioconda, non tragga in inganno la parlantina brillante e farcita di paroloni del gergo cattolico: quei sorrisi e sospiri sono in vendita, e se vi concede udienza è solo perché sta valutando l'opportunità di estrarvi qualcosa o di usarvi come mezzo per concludere qualche altro affare. Il prete intrallazziere è convinto che tutti abbiano soldi di cui non sappiano che farsene e che in virtù di ciò debbano mollargli il malloppo. Il prete intrallazziere non ha a cuore la fede, la dottrina, la liturgia, le vocazioni, ma solo il proprio prestigio e ancor più i beni mobili e immobili su cui nutre più o meno segretamente speranza di mettere le grinfie dicendo che è per volere di Dio. Apparentemente una figura paterna, si rivela invece un manager dedito solo a guadagnarsi il bonus trimestrale con ogni trucco; disponibile teoricamente con tutti, risulta irreperibile tranne che ai suoi fidatissimi - quelli che ne hanno comprato (in genere con moneta sonante) il favore.

Il prete intrallazziere è di solito il diametralmente opposto di don Bosco. Don Bosco pregava (e molto) e cercava di non farsi notare; il prete intrallazziere, quelle rare volte che prega, fa in modo da farsi notare. Don Bosco aveva a cuore la salute spirituale di coloro che gli si rivolgevano; il prete intrallazziere ha a cuore l'organizzazione, i finanziamenti, il barcamenarsi fra pagamenti da rinviare, debiti da onorare il più tardi possibile, opportunità di chiedere altri soldi e donazioni, sottili piagnistei su come sarebbe bello se gli affidassero tali immobili o talaltra ricchezza, "per il Signore", certo, come no. Don Bosco passava molto tempo in confessionale, il prete intrallazziere ne farebbe volentieri a meno; don Bosco soffriva (risultato del bene che faceva), il prete intrallazziere si lamenta di soffrire ma dietro le quinte fa la bella vita (e se glielo fai notare ti dirà che dopo tante fatiche ha bisogno di riposo e ristoro); don Bosco sapeva scegliersi persone di fiducia, il prete intrallazziere ha solitamente qualche figliuolo prediletto a cui irrazionalmente non sa dir di no; don Bosco era devoto dei santi, il prete intrallazziere è devoto a chi può arricchirlo (e se proprio tira in ballo figure di santità le menziona solo a mo' di slogan); don Bosco era virile, il prete intrallazziere solitamente non lo è del tutto. Don Bosco era come un padre amabile per i suoi "figli", il prete intrallazziere è come un caporale che esige che i suoi sottoposti siano perfettamente incastrabili nel suo mutevole e arcobalenante progetto. E sì, la maggioranza della corrispondenza di don Bosco era per chiedere donazioni, mentre l'intrallazziere chiede cercando di non lasciar troppe tracce, anche perché magari ha già avuto qualche "spiacevole malinteso" con autorità civili o ecclesiastiche...

E la partenza - o la dipartita - di un prete intrallazziere lascia tipicamente lo stesso caos di quella di un hoarder, un accumulatore seriale.

Alcuni preti intrallazzieri orbitano purtroppo attorno all'ambiente legato alla Tradizione cattolica. Ho avuto a che fare con alcuni di loro, rimanendone puntualmente scottato e deluso, perché non c'è verso di accontentarli o almeno assecondarli, sarai sempre considerato l'intruso che vuole intrufolarsi nel loro regno, un figliastro ingrato sgradito anzitutto al sacro figliuolo prediletto, una spesa imprevista che sopprimerebbero volentieri e il prima possibile. Se poi hai un qualche valore di mercato - come quel seminarista sudamericano abile in sartoria ecclesiastica, o quell'altro che stava per ereditare un certo pregiato immobile - potrai aspettarti un trattamento leggermente migliore dei figliastri intrusi.

La figura del prete intrallazziere è per molti tratti sovrapponibile a quella dei pessimi preti che hanno a cuore solo robette mondane. A differenza di questi ultimi, l'intrallazziere ha un'invincibile ossessione per il micromanagement, che in qualche modo influisce sulle priorità che dà a ciò che celebra, a come (e quanto) ascolta confessioni, alle vocazioni. In breve, mentre il prete frùfrù è debole quanto alla castità, il prete arrivista è debole quanto all'obbedienza (non nel senso di disubbidiente ma nel senso di avido di potere), il prete amante dei soldi è debole quanto alla povertà, e il prete intrallazziere è un mix di questi ultimi due, avido di beni e soldi ma con la foga dell'inanellare intrallazzi e "gestire" situazioni. Immaginate dunque i danni che possono fare i preti intrallazzieri quando hanno a che fare con le vocazioni...