mercoledì 30 luglio 2014

Il metodo della punizione generale

Diversi ragazzi del gruppo giuravano di averlo visto uscire, il giorno di Natale, da un cinema porno. "Era proprio lui, il prete, ma in abiti civili!" (non che cambiasse molto: mancava solo la linguetta-collare bianca).

Le riunioni dei preanimatori furono sospese finché non l'avessero smessa con quella infondata diceria. Tanto più che doveva essere impossibile che un prete andasse in un cinema porno proprio mentre internet stava prendendo piede (i fatti di cui parlo sono di una quindicina di anni fa).

Due mesi dopo, a fine febbraio, il prete col broncio fu promosso ad altro incarico in altra città, "come previsto già da più di un anno" (certo, certo, ci credettero tutti, nevvero?), e venne sostituito da un novizio galvanizzatissimo che naturalmente azzerò ogni cosa.

E così coloro che bramavano di far carriera ed essere promossi da preanimatori ad animatori, si ritrovarono al punto di partenza. Come nel gioco dell'oca: "torna alla prima casella".

Metodo pretesco modernista: al promoveatur ut amoveatur si aggiunge la punizione indiscriminata di chiunque possa testimoniare, di modo che qualora torni a galla il fattaccio si possa sempre rispondere che sono i soliti pazzi furiosi che ancora desiderano vendetta per il mancato avanzamento di carriera.

domenica 27 luglio 2014

Il treno è in partenza, chi vuole scendere?

«Il treno per Roma è in partenza e coloro che vogliono scendere lo facciano».

[26 luglio 2014 Commenti Williamson]


Cioè: la dirigenza ha stabilito che "ora" un accordo si può fare (dopo anni che gridava che l'accordo sarebbe stato possibile solo dopo che "Roma" avesse rinnegato i propri errori). Alla faccia di tutte le povere anime che negli anni scorsi sono stati espulse dalla FSSPX in quanto "accordiste".

L'aspetto più triste della vicenda è che la gerarchia dei lefebvriani, desiderosa di "quagliare" un riconoscimento, sta commettendo esattamente gli stessi errori delle congregazioni moderniste. Cioè epurazioni interne, preminenza della prassi sulla dottrina, clericalismo (nel suo senso più profondo: autoritarismo), uso disinvolto di registrazioni clandestine...

L'immagine è quella dei generali che concordano di lasciar morire - o di mandare dritti al massacro - interi reparti solo perché questi ultimi sono posizionati in un modo che non può aiutare la tattica appena decisa a tavolino.

venerdì 25 luglio 2014

Primo giorno: carta igienica

Bisognerebbe cacciar via immediatamente dai seminari tutti i seminaristi incapaci di stupirsi per il dono delle vocazioni (la propria e quella degli altri).

Coloro che si stupiscono, infatti, giungono in seminario pieni di commossa gratitudine - vorrebbero condividere le proprie piccole ricchezze con tutto il seminario. Vengono immediatamente delusi fin dal primo giorno.

Episodio.

Il primo giorno di seminario, prima di iniziare a sistemare le mie cose in camera andai al bagno (i bagni erano "in comune"). Scoprii che non c'era carta igienica. Tornai in camera a prendere un rotolo di carta igienica che avevo portato da casa non per usarlo in bagno ma per le pulizie in camera (non avendo stracci a portata di mano a casa, avevo portato quello; infatti nessuno mi aveva avvisato che la carta igienica ognuno doveva comprarla da sé).

Lasciai il rotolo in bagno, convinto di aver fatto un gesto di grande generosità, e tornai a sistemare le mie cose in camera. Cinque minuti dopo (dico: cinque minuti esatti, forse meno) ebbi da tornare in bagno per lavarmi le mani. E cosa scopro?

Miracolo: il rotolo praticamente appena "inaugurato" era già azzerato. O meglio: al suo posto era rimasto solo il cartoncino (il "rotolino"). Come se qualcuno avesse fatto a velocità supersonica il "dieci piani di morbidezza".

Lì capii che in seminario vige la legge della sopravvivenza e la legge della giungla urbana: è "lecito" tutto ciò che puoi fare senza pagarne le conseguenze. Non ho mai scoperto quale seminarista sia stato a rubare tutta la carta igienica. Fui costretto a chiederne "in prestito". Quando dissi che la carta igienica che avevo lasciato in bagno era sparita, nessuno si meravigliò.

lunedì 21 luglio 2014

E le tue Esperienze Pastorali?

La domanda più fastidiosa del Secondo Colloquio fu quella sulle mie Esperienze Pastorali. Da un lato vogliono che i seminaristi non si comportino da mezzi preti e dall'altro chiedono quali esperienze mezzepretesche abbiamo fatto. Bizzarro.

Per "esperienze pastorali" intendono le pagliacciate da parrocchietta di periferia. Campi scuola (quegli inutilissimi e stupidissimi campi scuola), animazione di gruppi (come se nel Vangelo ci fosse stato raccomandato: «andate, e fate divertire i ragazzi»), organizzazione di feste di compleanno, partitelle di calcio, sedute dilettantesche di parapsicoterapia di gruppo, animazione delle liturgie (le liturgie Novus Ordo sono talmente cadaveriche che occorre rianimarle, altrimenti è un patetico mortorio)...

La crisi della Chiesa cattolica si vede anche da questo. Le parrocchie vengono ridotte a centri sociali molto burocratizzati (perbacco, guai a mancare alle Riunioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale), mettendo praticamente da parte le loro due uniche funzioni essenziali (i sacramenti e l'insegnamento della dottrina della fede) e le "vocazioni" che ne nascono sono l'ovvio risultato.

domenica 20 luglio 2014

Perché questo blog si chiama così

Questo blog si intitola 'Corpo Sociale' ed è nato perché mi sono incazzato come una belva quando ho letto una infelice espressione bergogliana secondo cui «non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo».

Per venti secoli i cristiani - e soprattutto i martiri - hanno lasciato che il proprio corpo "sociale" venisse crocifisso, bruciato, decapitato, vilipeso, umiliato in ogni modo, tutte le volte che ciò era necessario per continuare ad onorare Cristo e l'Eucarestia (il Corpo di Cristo).

Il contesto di quell'affermazione era la "comunione sulle mani". Cioè dava ad intendere che il «corpo sociale» (i fedeli) si sentirebbero «offesi» (ma davvero?) qualora non ricevano "sulle mani" il Corpo di Cristo.

"Corpo Sociale" lo sono anch'io e perciò mi permetto di dissentire a quell'emerita vaccata con tutta la forza che ho.

sabato 19 luglio 2014

Due anni di diaconato

C'era poi quello che ogni tanto alzava un po' il gomito. Lo sapevamo perché certe volte al mattinolo vedevamo ancora un po' stordito. Ma lo ordinarono diacono ugualmente.

Solo che lo tennero in attesa per due anni, per accertarsi che avesse perso il vizietto. Ufficialmente lo aveva perso (se mai ufficialmente lo avesse avuto), ma lo tennero comunque due anni in attesa.

Una delle peggiori umiliazioni durante il cammino verso il sacerdozio è il veder ritardata - anche solo di poche settimane - una tappa importante. Diventi l'appestato ad alto rischio di dimissione. Tanto più quando il rinvio è senza data. Sei bloccato. Non si sa quando continuerai, non si sa se continuerai, ogni giorno potrebbe arrivarti la notizia che sei stato mandato via. Come in un romanzo di Kafka. Parenti e amici, che cominciano ad vederti come uno caduto in disgrazia (ed hanno visto giusto) perché la snervante attesa induce a sospettare che nascondi qualcosa di grosso, continuano a girare il coltello nella piaga: ma allora, quanto ancora? Ma perché non fai causa al vescovo? Ma dopo tutto quello che hai fatto? E tu non puoi confidarti con nessuno, perché sai che anche i muri hanno le orecchie e se una tua piccola lamentela giunge in curia può esserti fatale. E così passa un mese, passano tre mesi, passano altri sei mesi. Dopo più di un anno, per l'ennesima volta, vai ad umiliarti dal vescovo o da qualcuno dei suoi caporali. Non servirà a nulla. Non ti diranno quanto altro tempo devi aspettare, perché significherebbe alleviarti un peso: ma loro vogliono che tu quel peso lo soffra ogni giorno.

Così, dopo infinite umiliazioni, notti in bianco, preghiere disperate, finalmente un prete (di quelli che credevi fuori dai giochi) ti fa sapere che ha sentito dire che il vescovo sta per chiamarti per definire la data dell'ordinazione. E così avviene, non senza ripetere al vescovo e ai suoi gregari tutte le implorazioni, dalla prima all'ultima, tutte le umilianti promesse già fatte mille volte al vescovo e ai suoi gregari.

Una volta ordinato sacerdote ha ripreso a bere, stavolta anche più di prima. Ma dopo qualche anno, digeriti grosso modo tutti i traumi e maturato senza necessità di aiuti esterni, ha cominciato finalmente a moderarsi.

venerdì 18 luglio 2014

Descrizioni poco metaforiche

La Chiesa insegna che gli atti omosessuali sono peccato. Nella vulgata popolare "amore" significa inevitabilmente "sesso", specialmente tra i cattolici televisionati.

Episodio.

Due ragazze della parrocchia, sedute sui gradini dell'ingresso del centro parrocchiale, stavano facendo uno strano discorso. Mentre mi avvicinavo, sentii che parlavano pensosamente del cosiddetto amore omosessuale. Una di loro disse: "ma dopotutto che c'è di male? Se si amano..." e si girò verso di me per estrarmi maliziosamente una conferma o smentita, aggiungendo: "che faranno mai di male?"

Mentre ancora mi avvicinavo, presi fiato e a pieni polmoni dissi in dialetto: "quelli? ...Quelli? ...quelli se lo chiavano in culo!" Rimbombò per tutta la piazza.

Le due donzelle gridarono qualcosa come uno "yieeek!" strozzato in gola, e cambiarono immediatamente discorso, mentre io entravo nel centro parrocchiale.

giovedì 17 luglio 2014

Fa un po' specie doversi occupare di quel che il Papa ha detto

«Ucraini crocifiggono un bambino obbligando la madre a guardare poi uccidono anche lei... A Gaza sfracellano bambini... Capisce che con questa situazione mondiale, fa un po’ specie doversi occupare di quel che il Papa ha detto a Scalfari. Siccome non leggo Repubblica, so quel che di quel colloquio hanno riportato i media: essenzialmente, ciò che interessa detti media laicisti quando parlano della fede cattolica: preti pedofili (il Papa è contro, che meraviglia!), matrimonio dei preti (troverà le soluzioni), e preti che non denunciano in modo pubblico e costante mafia e ndrangheta (il Papa li terrà d’occhio). A quel che risulta, è Scalfari che ha portato il Papa su questi argomenti a preferenza di altri (Gaza? Le forze anticristiche infurianti in Ucraina e Medio Oriente? Il satanico che ci assedia impunemente? Macché: il sesso dei preti, questo interessa). E Papa Bergoglio risponde, di buon grado, desideroso di compiacere.»

[Effedieffe 15 luglio 2014]

martedì 15 luglio 2014

Ventuno

I concili della Chiesa non sono né venti, né uno, ma ventuno.

Sono venti concili dogmatici - cioè da accettare come il "dogma" - ed uno pastorale - cioè da accettare come la "pastorale".

Finché non c'è alcun "dogma" che dice che la "pastorale" sarebbe "dogma", io sono tenuto a considerare "pastorale" la "pastorale".

lunedì 14 luglio 2014

Nuova Pastorale Vocazionale

«Forse lei non sa che il celibato fu stabilito nel X secolo, cioè 900 anni dopo la morte di nostro Signore. La Chiesa cattolica orientale ha facoltà fin d'ora che i suoi presbiteri si sposino. Il problema certamente esiste ma non è di grande entità. Ci vuole tempo ma le soluzioni ci sono e le troverò».

[Bergoglio - 13 luglio 2014]

Prima hanno riempito i seminari di checche e frù-frù per tutto il postconcilio e ora all'improvviso vogliono far sposare i preti.

Ma a cosa mirano veramente? al "matrimonio omosessuale" fra preti? o solo a far propaganda vocazionale coi depliant con le donne nude?

martedì 8 luglio 2014

Riflettere sugli errori. Anche quelli altrui

Ristorantino dell'aeroporto militare, pranzo con diversi piloti. Uno parla della dinamica di un incidente mortale. Un altro racconta di un guasto causato dall'incompetenza. Un terzo ricorda il danno fatto in un atterraggio.

Erano convinti di avere molto da imparare dagli errori altrui. Anche quando si tratta di coincidenze impossibili o di errori banali. Perfino quando si tratta di ciò che non riguarda la propria mansione.

C'è sempre da imparare. Anche la Bibbia è zeppa di minuziose descrizioni di peccati. Quali potrebbero essere le circostanze che mi indurrebbero ad adorare il vitello d'oro? Il peccato di Davide in quali punti si poteva bloccare o evitare? Al seguito del Signore, come evitare di farsi invischiare nella discussione su chi sia il più grande del gruppo?

Oggi c'è una tripla epidemia in corso nel mondo cattolico - il perbenismo, l'ipersuscettibilità e la cafoneria - per cui diventa difficile parlare degli errori altrui senza beccarsi il solito siluro del "sei un pettegolo e ti lamenti sempre".

Eppure c'è tanto da imparare.

lunedì 7 luglio 2014

Sette anni di Summorum Pontificum

Viviamo in tempi drammatici: c'è voluto un motu proprio del Papa per dire che quella liturgia non era stata affatto abolita e che il sacerdote può celebrarla senza dover chiedere il permesso.

Ma non è servito a niente.

Dimostrazione (una fra le tante possibili).

Si chieda udienza ad un qualunque vescovo, un vescovo normale, presentandosi così:

«Eccellenza, mi sento chiamato al sacerdozio, celebrerei ogni giorno esclusivamente la liturgia tridentina».

Un vescovo normale risponderebbe: «bene! Sia lodato il Signore che si degna di mandare operai per la Sua messe, che è molta e gli operai sono sempre pochi.
Come gli sposi cristiani accettano con gioia ogni figlio che Dio dona loro, così io accetto te.»

E' facile trovare oggi un vescovo normale, vero?

domenica 6 luglio 2014

Si vocifera, si vocifera

Nei seminari italiani - come in tutti gli ambienti chiusi - la giusta discrezione viene sostituita dalla forsennata curiosità.

Episodio.

Nel primo anno di seminario ebbi l'opportunità di partecipare ad un corso di esercizi spirituali di alcuni giorni, corso che per vari motivi avrebbe potuto suscitare qualche invidia.

Chiesi il permesso di partecipare al vescovo facendogli notare che la cosa non interferiva col calendario del seminario. Ero convinto che l'avesse capito che non ne avevo parlato con nessun altro (per evitare l'effetto-cascata del "tento la furbata anch'io").

Pochi giorni dopo uno del mio stesso anno mi apostrofò dicendo: "poi, tu, che te ne vai anche a quegli esercizi..." Me lo disse con la cattiveria di chi svela un inconfessabile segreto del proprio nemico. Gli risposi: "ma tu come fai a saperlo, visto che io l'ho detto solo al vescovo?" E lui, con ancor più faccia tosta: "in giro si sa tutto".

Fu lì che scoprii il meccanismo del Confidente Privilegiato. Il vescovo avrà avvertito il rettore del seminario della mia faccenda. Quest'ultimo avrà notificato la cosa a qualche suo fedelissimo. Il quale a sua volta l'avrà riportata al suo confidente, raccomandando di mantenere il segreto. Quest'ultimo avrà buttato lì la cosa al suo amichetto, aggiungendo "ma non te lo dovevo dire". E quest'ultimo avrà trovato un motivo per lasciarsi sfuggire la notizia al mio commilitone che mi aveva apostrofato con cattiveria.

sabato 5 luglio 2014

Non è questione di bruttezza

In quei giorni, per scherzare e per fare lo sbruffone dissi che siccome ero bello e grazioso, per me era stato più difficile entrare in seminario poiché tante ragazze avrebbero voluto sposarmi. Indicai poi un seminarista (assente in quel momento) "talmente brutto che nessuna se lo prenderebbe".

Infatti pochi mesi dopo, in estate, trovò una più brutta di lui (incredibile ma vero) e ci si fidanzò. Mai dire mai.

venerdì 4 luglio 2014

E poi ci si meraviglia di certo clero

Il rettore del seminario, volendo anticipare un'eventuale obiezione, soggiunse: «comunque c'è differenza fra comportamento omosessuale e orientamento omosessuale».

Insomma, tre quarti dei seminaristi hanno l'aria da checca ma finché non vengono colti in flagranza di sodomia vanno tranquillamente avanti.

giovedì 3 luglio 2014

Roba che neanche i santi...

La cosa più aberrante dei sei anni di vita di seminario è aver visto tutti i miei compagni fare la comunione ogni giorno, tutti i santi giorni, dal principio alla fine.

In sei anni nessuno di loro ha mai commesso almeno un peccatuccio mortale (pensieri, parole, opere, omissioni) tra l'ultima confessione e l'inizio della Messa?

mercoledì 2 luglio 2014

In pratica ci si va molto vicino

"I vincoli del preconclave sul governo di Francesco. Gli accordi legati all'elezione di un papa sono illeciti e invalidi. Ma in pratica ci si va molto vicino".

[Sandro Magister 2 luglio 2014]

martedì 1 luglio 2014

«Chi sono io per giudicare?»

«Perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo».

[Maurizio Blondet 1 luglio 2014]