venerdì 22 maggio 2015

Camere doppie

In seminario c'erano camere singole per tutti, ma il rettore preferì assegnare alcune camere "doppie" allo scopo dichiarato di smussare gli spigoli dei temperamenti di alcuni seminaristi. Così in una doppia furono assegnati l'intellettuale taciturno e l'ignorante ciarliero; in un altra il seminarista-contessina con la puzza al naso insieme a quello non proprio amante dell'igiene; in un'altra c'era uno discreto e orante affiancato ad un chiacchierone ansioso e agitato.

Il risultato del mescolare di proposito nitro e glicerina non si fece attendere: dopo pochi giorni già correva voce su chi scorreggiava in camera e a che ora e quante volte, su chi passava troppo tempo sui libri ("troppo" significa "più dell'altro"), su chi si sdocciava in più di cinque minuti, su chi faceva la cacca più puzzolente, su chi aveva omesso per un giorno di fare le devozioni personali... Sì, le devozioni personali sono considerate roba da bigotti, per cui vanno fatte in segreto quando nessuno ti nota. Altrimenti, se il tuo compagno di stanza vede che non sei stato puntuale, subito va in giro a dirlo a tutta la comunità.

L'idea dello "smussare gli spigoli" è tutto sommato psicologia spicciola. Anziché smussarne, ne creò di nuovi; anziché risvegliare ed entusiasmare, rese le cavie più cupe e sospettose; moltiplicò - prevedibilmente - solo i cattivi esempi. E soprattutto fece svettare alle stelle l'ipocrisia, perché il tipico andazzo del "tutti controllano tutti" valeva anche nei momenti di riposo.

Nonostante il ciclopico fallimento della sua ridicola iniziativa, negli anni successivi il rettore insistette sempre a ripetere questo errore. Nel corso degli anni di formazione, furono pochissimi quelli che non ebbero almeno un anno di forche caudine.

Quando il rettore stabilì che toccava anche a me ebbi un immenso e insperato colpo di fortuna: durante l'estate fu mandato via (scusate, prese un periodo di riflessione) il commilitone col quale dovevo condividere la stanza.

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