lunedì 4 maggio 2015

Non ci sono regole contro l'ippica

Non ne posso più di queste sviolinate a Bergoglio.

Bergoglio è il successore di Pietro? Benissimo: dunque deve solo dirmi se io faccio parte della Chiesa o no.

Certo però che il minimo sindacale, per un Papa, è che taccia piuttosto che dire una stronzata, che preghi un pochino per l'anima di un nemico della Chiesa peccatore piuttosto che incensarlo pubblicamente, che si inginocchi davanti al Santissimo Sacramento piuttosto che al piede di immaginari "poveri", che perda il suo tempo a giocare coi trenini piuttosto che a presenziare a delle emerite scemenze pubbliche... e soprattutto che capisca l'enorme potere banalizzante dei media.

È il minimo sindacale: se ad un padre di famiglia chiediamo di non scommettere sulle corse dei cavalli (nonostante l'assenza di specifici divieti su questioni di ippica), perché non dovremmo chiedere ad un Papa di essere quantomeno decente rispetto al suo delicatissimo compito?

Dopo che per anni e anni e anni ho fatto faticosamente leva sul Papa - vedete? il Papa, anziano, si inginocchia alla consacrazione, e voi invece vi stufate di rendere gloria al Santissimo con un gesto così semplice - abbiamo ora il Bergoglio che conferma nella "fede" quelli che avevo rimbrottato in nome di GPII e BXVI. Mi sta anche bene fare la figura del pirla, ma è una bruciante spina nel fianco sentire quei ghigni diabolici che mi rinfacciano: vedi? è come dicevamo noi, sei tu che volevi imporci la tua bigotteria. «Ogni ginocchio si pieghi», tranne quello dei cattomodernisti...

Decisamente, non ne posso più di ascoltare sviolinate a Bergoglio provenienti da questi ultimi.

I cretini - anche quelli altolocati e intellettualmente corazzati - sono riusciti a far credere che la critica alle cazzate bergogliane sarebbe una critica al papato da parte di chi non digerisce certe cose. Sono così cretini da non accorgersi che in tempi ratzingeriani e wojtyliani non c'era mai stato bisogno di simili sviolinate, e neppure durante il cupo periodo montiniano.

Sono riusciti a far credere che il dovuto ossequio al successore di Pietro valga anche per le sue fesserie volontarie (venti secoli fa avrebbero detto: "beh? mica ha rinnegato tre volte prima del canto del gallo!"), sono riusciti a far credere che l'infallibilità pontificia valga per tutte le gesuitanti gesuitesche gesuitate del tipo "Chi sono io per giudicare?".

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