All'epoca vinsi una stranissima lotteria: in tutti gli anni di seminario maggiore sono sempre stato in camera singola.
La fissazione di rettori e animatori, pur avendo a disposizione camere libere, era di imporre almeno un anno di camera doppia ad ogni seminarista (salvo ovviamente i super raccomandati di turno). Lo scopo dichiarato era quello di ottenere un reciproco smussare gli spigoli del carattere. Ciò che invariabilmente ottenevano era la trasformazione dei malcapitati in ferratissimi ipocriti e professionisti della mediocrità - e probabilmente era proprio questo il vero risultato che segretamente i formatori speravano.
Una volta, all'inizio del terzo anno, corse voce che sarei stato assegnato in camera con uno che l'anno precedente aveva guadagnato la nomea di dormiglione (e il sottoscritto, che di mattina arrivava in cappella appena uno o due minuti prima della Messa, pure stava per guadagnarsela). Non so se i commilitoni lo avessero dedotto dal fatto che per due anni consecutivi eravamo entrambi stati in camera singola, oppure avessero udito qualche mezza parolina dal prete animatore: in ogni caso bramavano di osservare la mia reazione e perciò fecero in modo che la notizia "accidentalmente" fosse recepibile a distanza ragionevole dai miei timpani.
In un lampo decisi che la tattica migliore era quella di dare per scontato che la camera doppia fosse inevitabile in modo da spostare l'attenzione dalle mie reazioni alle loro. Mi permisi perciò di scherzarci su: "ecco, sulla porta ci scriveremo grosso così: Dormitorio".
Un quarto d'ora dopo venne l'animatore a distribuire le stanze e miracolosamente finii in una singola. Avevano capito la minaccia e notificato al volo all'animatore. Avrei lasciato il dormiglione dormire ogni santo pomeriggio. Avrei adottato la tecnica del vivi e lascia vivere, tanto più con uno che in cambio del dormire in santa pace avrebbe fatto altrettanto. Avrei insomma sterilizzato lo "smussare spigoli" e la "mediocrizzazione" pretesi dai formatori, puntando al ribasso e garantendo complicità ad uno altrettanto seccato. Il dormiglione fu poi espulso alla fine di quell'anno per la gelosia di un altro prete animatore, ma questa è un'altra storia.
Nota: il seminario in teoria è tempo di preghiera e di studio, dove teoricamente i futuri sacerdoti vengono nutriti di buona spiritualità e buona dottrina, teoricamente senza stressare né il fisico né lo spirito. In pratica è un raffazzonato ammasso di attività che presume che la giornata del seminarista duri 48 ore. Col risultato che in ogni momento si è assillati dal dover completare (o magari solo del far risultare completate) altre attività. Per esempio, con la scusa del libro di meditazione, in cappella ci si porta gli appunti dell'esame. Durante le lezioni si prepara il manifestino per la sala comune. Durante la conferenzina obbligatoria si sonnecchia ad occhi aperti per recuperare qualche minutino delle mancate ore di sonno. Le pulizie della camera si rinviano fino a un momento prima che qualcuno entri. Ci si porta il telefonino ovunque, di nascosto, per poter sfruttare i momenti morti per inviare messaggi. Quando possibile, si fugge dal refettorio non appena ingollato l'ultimo boccone. In certe occasioni addirittura si cerca di servir Messa in modo da poter scappare via dalla sagrestia dopo la processione d'uscita mentre i poveracci stanno ancora eseguendo il lagnoso e inevitabile canto finale. Per gli esami di teologia si sottolinea una mezza frase per ogni pagina (col sottinteso che il resto della pagina è da ignorare) perché quella roba è talmente fumosa e autoreferenziale che basta ricordare un paio di parole per costruirvi una risposta quasi accettabile.
Tutto questo degenera in caso di camera doppia. Una camera doppia significa che qualsiasi cosa che hai risulterà "puzzolente" (il tuo compagno di stanza dirà immediatamente al branco cos'è che non profuma di lavanda). Il branco saprà presto di ogni minuto di ogni tua attività personale (incluse preghiera e studio, incluse defecazioni e minzioni), talvolta se ne farà beffe, talaltra la vanterà (ma non è un fatto positivo, perché poi tutti si aspetteranno che tu ripeta quel risultato e lo migliori nel tempo), mentre gli animatori prenderanno sul serio quelle beffe e quelle lodi e te le faranno pesare a morte.
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