mercoledì 28 maggio 2025

Qualche breve appunto dopo l'elezione di Leone XIV

Forse il miglior commento sull'inizio del pontificato di papa Prevost è quello di don Ariel, prete non tacciabile di tradizionalismo (e particolarmente avvezzo a insultare - anche gratuitamente - i tradizionalisti, che dipinge sempre come un club di amanti di pizzi e merletti): «posso anche rallegrarmi, ma non riesco a gioire, né ad essere entusiasta».

Le prime parole di papa Prevost - menzionando il Bergoglio - hanno infatti spazzato via il brevissimo momento di speranzoso entusiasmo dovuto al nome scelto e a quella mozzetta. Bergoglio ci aveva dato il "buonasera", Prevost ci ha dato un "Bergoglio".

Pur sapendo che è stato eletto solo per approvazione di tanti cardinali bergoglioni (disposti a tollerare anche più di una mozzetta purché il soggetto si proclami fedele al sacerrimo Concilio), e pur considerando Bergoglio una questione tuttora irrisolta (avrà davvero avuto intenzione di essere pontefice?), tiro comunque un sospiro di sollievo, non riuscendo a gioire né ad essere entusiasta.

Quello che spero è che si sbrighi a riconoscere dignità alla Tradizione (non solo riguardo alla liturgia); date le circostanze mi sembra da sognatori sperare di più. La Tradizione è la medicina principale di cui la Chiesa ha bisogno adesso e con abbondanza. Il piccolo resto ha da essere chiaramente visibile e riconoscibile - altrimenti finisce per disperdersi, e a rischiare di prendere fischi per fiaschi (come ad esempio i minutelliani e le altre comunità fai-da-te).

Per riconoscere dignità ci vogliono atti più che parole. Basterà farsi veder celebrare la "tridentina" (gesto di coraggio che Benedetto XVI non volle fare) e correggere le bergoglionate.

«Poi, dato l'evento del giorno, toccherà rinviare...»: così dissi ad un amico il giorno della morte di Bergoglio. L'evento del giorno che entrambi ci guardammo bene dal commentare. Tra uomini non c'è bisogno di melensaggini.

Questo blog deve il suo nome e la sua esistenza ad una delle più infelici espressioni bergoglione (e la copertina celebrativa del New Yorker qui a lato ben simboleggia gli sperticati applausi mondani). Dovrei cambiargli nome, ma prima aspetterò che il Prevost de-bergoglizzi concretamente almeno qualcosa. 

Ho seguito e consigliato quel blog che inizialmente si chiamava "Bergoglionate", e che poi - dopo una strigliata da chissà chi - cambiò il nome in un molto più clerically correct "Cronicas de papa Francisco" (su Twitter/X, però, l'account si chiama ancora @bergoglionate). Nel suo editoriale conclusivo si affanna ad essere il più possibile clerically correct, evidenziando le parole di circostanza del testamento spirituale, quasi come se rettificassero un po' ciò che Bergoglio ha fatto e detto prima e dopo averlo scritto.