Da molti anni don Ariel osa sollevare la questione: la castrazione mentale dei preti frù-frù, magari peggiore di quella fisica, intacca il presupposto di viri probati per la validità del sacramento dell'ordine?
Sembra una domanda retorica. Non ci sorprende che non abbia ricevuto risposta da teologi e vescovi. Per di più, la descrizione che fa dei frù-frù coincide alla perfezione con ciò che ho visto e vissuto io (e che su questo blog ho cercato di descrivere), e soprattutto con ciò che ho dovuto patire in quanto non affiliato all'altra sponda. Specialmente per quanto riguarda l'Eucarestia ridotta a gettoni-omaggio, per la tipica vendicatività dei soggetti, il loro sadismo, l'allergia alla genuflessione, l'esser pronti a mordere tutti assieme, l'incistarsi in curie e seminari...
Il suo articolo merita di essere non solo letto ma anche meditato. Specialmente quando introduce il concetto di charming men, che era il tassello mancante delle mie pagine blog. Il mosaico delle mie pagine era incompleto perché mi limitavo ad accusare delle precise persone, un preciso andazzo, una constatabile lobby che cresce nel clero, il fatto che certi chierici paiano soggiogati da qualcosa o qualcuno... cioè da qualche charming man, non necessariamente della loro stessa sponda. Era come se avessi descritto una ragnatela ma mancando sempre di descrivere la tessitura dei primi fili.