martedì 7 agosto 2018

Quando introdussero la “Cazzata della Settimana”

Il seminario è un ambiente chiuso in cui le giornate ti vengono programmate come se avessero 48 ore ciascuna. Tutti diventano controllori dei propri pari grado e dei propri sottoposti. Si avverte palpabile l'arietta di delazione e i nervi tesi come corde di violino. Si percepisce con fastidio ogni più piccola novità: anche l'introduzione di una preghiera in più al termine della Messa diventa una mostruosa rottura di coglioni.

E che fai, ti lamenti di una preghiera? Ma voi seminaristi non dovreste pregare di più dei laici? Ti costa così tanto rimanere in cappella un minuto in più al termine della Messa?

La preghiera in questione era una di quelle merdose collezioni di intenzioni prefabbricate che tanto piacciono alle checche in vena di dare aria all'ugola e che sembrano un supplemento di preghiera dei fedeli. Ora, dopo la Comunione, a parte la benedizione conclusiva un cattolico vorrebbe il silenzio (se non per fare il ringraziamento, quantomeno per non abituare l'orecchio a pensare che il rumore successivo alla Messa sia prosecuzione del rumore della Messa - cioè per non abituarsi a pensare che la Messa sia noioso rumore). E invece ci sono anche gli stupidissimi avvisi ed il maledetto canto finale (una ricchionata scelta di volta in volta dal libretto frou frou dei canti in modo da farti banalizzare e dimenticare il Santissimo Sacramento), col checca-pretino che resta lì impettito in attesa dell'ultima strofa (guai ad accorciare il canto), e quando finalmente il coro imbecille di seminaristi attacca l'ultima strofa il pretino-checca finalmente si avvia verso la sagrestia.

Mi costò una fatica atroce permanere lì e cantare in playback senza sforzare troppo i muscoli della faccia (il playback poteva funzionare ogni volta che ero seduto tra due seminaristi che cantavano a gran voce, cioè quasi due qualsiasi). Ma un bel dì spuntò all'improvviso la novità supplementare per cui occorreva permanere ancora più tempo in cappella: era la Preghiera Aggiuntiva da eseguire qualche minuto dopo il termine del canto finale. Il gaio pretino usciva dalla cappella per sbarazzarsi dei paramenti-tendaggio e rientrare in cappella pochi minuti dopo, dopodiché il seminarista incaricato "avviava" tale Nuova Preghiera biascicando a velocità di moviola la Cazzata della Settimana (ogni settimana veniva proposta la cazzata da recitare ogni giorno).

Come se non bastasse, al termine di tale pagliacciata non potevi subito sgattaiolar via perché quel tipico gesto del perfido animatore (girare leggermente ma di scatto la testa e puntarti addosso quegli occhi iniettati di veleno) ti avrebbe marchiato a fuoco per tutto l'anno, e possibilmente dato origine ad un'altra di quelle pugnalate alle spalle nella relazione conclusiva a tuo carico. Dopo la recita dovevi aspettare un paio di interminabili minuti fingendo di meditare la Cazzata della Settimana, o anche più, almeno finché il perfido pretino (o qualcuno dei suoi più infoiati lecchini) non andava via.

Nessuno mi aveva avvisato della novità.

Così, il primo giorno della sua introduzione, come mio solito uscii dalla cappella subito dopo il canto conclusivo della Messa. Avvertii i pungenti sguardi accusatori degli altri seminaristi, forse qualcuno disse anche un sommesso "ehi!" per fermarmi. Mi accorsi di essere stato l'unico ad uscire dalla cappella, ma durante tutta la giornata nessuno mi parlò di quella novità della quale ero del tutto ignaro. Il secondo giorno me ne uscii (notando di essere il solo) mentre il pirla animatore aizzava una selva di sguardi accusatori alle mie spalle. Il terzo giorno, negli avvisi fastidiosamente onnipresenti prima della benedizione conclusiva della Messa, disse severamente che la "Preghiera" (cioè l'incensazione alla Cazzata della Settimana) doveva essere fatta "tutti insieme", non personalmente, e che andava fatta anche in caso di sua assenza... perché "così si è deciso". Notate l'uso abbondante di verbi in forma impersonale: "si è deciso" (chi ha materialmente deciso? non si sa: così "si è deciso", e basta).

Dopo pranzo, durante l'obbligatoria ricreazione/socializzazione da recitare in sala comune, ripeté l'avviso riguardante la Cazzata della Settimana: "tutti insieme", aspettandosi una mia risposta mentre mi fucilava con quello sguardo di inequivocabile odio (eh sì: come fai a non odiare qualcuno che non adora l'idolo che hai costruito?). Risposi candidamente che nessuno mi aveva detto nulla della preghiera (era la verità) e che non sapevo chi aveva preso l'iniziativa (era la verità). Soggiunse che la preghiera andava fatta "tutti insieme" perché "così si è deciso", sottolineando bene le parole. Caddi dalle nuvole: "chi è che l'ha decisa?" E lui, trattenendo a stento un urlo di rabbia, dichiarò: "l'ho decisa io" (il costruttore dell'idolo odia doverlo ammettere).

Quelle ultime parole mi fecero immaginare la solita riunioncina nella sua cameretta, dove qualcuno dei suoi lecchini (presumo quello soprannominato "la tromba") al solo scopo di essere ancor più lecchino avrà detto che tale Preghiera (della Cazzata della Settimana) è proprio Bella, Perché Non La Facciamo Tutti Insieme Ogni Giorno? E magari era proprio il momento in cui l'animatore aveva qualche motivo per dover accontentare i lecchini, chissà, magari come premio per qualche delazione, oppure come premio per essere zelantemente accorsi in sua compagnia ad alleviargli la noia (mica aveva corsi da seguire, mica aveva materie da studiare, mica aveva i turni di pulizie, mica doveva gestirsi autonomamente la biancheria...).

Con rassegnata calma gli risposi "va bene", ma non bastò per placare la sua ira funesta: mi ripeté infatti che si doveva rimanere "tutti insieme" in cappella, e se qualcuno non era intenzionato a recitare la Preghiera Aggiuntiva (della Cazzata della Settimana) "deve rimanere lì in cappella finché gli altri non l'hanno finita".

Ecco l'arietta che tira in seminario: ti caricano di attività fino a scoppiare, ti impongono preghiere idiote e canti da frocetto, ti obbligano a partecipare ad un incontrino con un gesuita la sera prima delle elezioni e il gesuita fa un'ora di predica per farci capire che bisogna votare a sinistra, ti assillano riguardo agli esami di teologia per poi infischiarsene dei risultati e ancor più dei contenuti eretici e insignificanti, e alla fine della fiera la tua vocazione viene giudicata su una delazione del tipo: "un seminarista lo ha sentito dire che". Il tuo percorso verso il sacerdozio rovinato dal tuo non aver recitato con entusiasmo la Cazzata della Settimana.

Dal giorno successivo applicai dunque alla lettera il Privilegium concessomi a Frocionis permanendo in cappella senza muovere le labbra durante la recita della Cazzata della Settimana, nonostante più volte me ne venisse offerto il Sacro Foglietto. La Messa terminava, il lunghissimo canto finale terminava, il pretino usciva verso la sacrestia, tutti seduti, all'improvviso tutti in piedi perché il pretino rientrava, e la voce nasale del trippone addetto all'avvio della ridicolaggine cominciava a biascicare seguito da tutti gli altri.

Preferii rimanere sempre in silenzio, non tanto in polemica coi furiosi cazziatoni inflitti a gente innocente che deliberatamente non era stata avvisata, ma perché avevo il fondato terrore che il pretino volesse approfittare dell'occasione della Cazzata della Settimana (con obbligo di "meditazione") per aggiungere qualche supplemento di Preghiere Spontanee dei Fedeli e possibilmente un supplemento di Omelia. Non ero l'unico, anzi, ero certo che prima o poi qualcun altro al posto mio avrebbe deciso che non se ne può più: era solo questione di tempo.

Infatti un po' di giorni dopo uno dei seminaristi (non il sottoscritto e non qualcuno altrettanto sotto tiro, ma qualcuno dei lecchini ufficiali) fece notare che il cerimoniale della Cazzata della Settimana stava ormai sottraendo otto-dieci minuti da quella preziosa mezz'ora che intercorreva tra la fine ufficiale della Messa mattutina e l'inizio delle lezioni, cioè quei trenta minuti in cui c'era da correre in camera a posare breviari e libretti dei canti, correre giù in refettorio per la colazione, correre in camera a lavarsi i denti e prendere libri e quaderni, e correre in facoltà per entrare in aula prima dell'ingresso del docente.

Sorprendentemente nel giro di qualche giorno il mormorio fece presa - ci voleva così tanto per accorgersene? - e non solo il biascicamento-moviola della Cazzata della Settimana fu accelerato a velocità di lettura, ma fu anche tollerata l'uscita immediata dalla cappella alla conclusione. In altre parole, la Preghiera Aggiuntiva era finalmente riconoscibile per quello che era: un inutile fardello calato addosso ai seminaristi nel momento in cui più hanno premura di andar via dalla cappella. (Lessons learnt: in seminario non vale il metodo della ragione, ma quello del "tanto peggio tanto meglio" - cioè se ti viene inflitta una cosa fastidiosa, sorridi come un cretino e accompagnala con zelo fino alle sue funeste conseguenze... i seminaristi in questione avevano finalmente assaggiato cos'era l'erosione di quei trenta minuti tra la fine della Messa e l'inizio delle lezioni).

Qualche mese dopo, a giugno, nell'ultimo giorno di seminario corse voce che il frocianimatore non sarebbe stato più tale perché aveva ricevuto un'accattivante nomina a parroco: il vescovo aveva evidentemente urgenza di tappare qualche buco nelle parrocchie, e le lamentele avevano tracimato dagli argini del seminario e quindi avvenne il tipico promoveatur ut amoveatur. E la Cazzata della Settimana non fu più pregata da nessuno.

La neochiesa postconciliare è impegnata ad eliminare le vocazioni mediante l'esclusione di qualsiasi aspirante al sacerdozio e l'inclusione di qualsiasi zelatore della recita di cazzate pseudoreligiose.

3 commenti:

Franco Gerevini ha detto...

I miei sospetti sui seminari vengono confermati... Sarà così anche a Bergamo?

Luigi ha detto...

Questo blog dovrebbe diventare un libro.

Hanok Hammeqqebet ha detto...

Ho letto un bel po’ dei post che hai pubblicato in questo blog, e confermo che purtroppo questa è la situazione della maggior parte dei seminari italiani se non di tutti... dove la preoccupazione principale è quella di essere conformi al sistema piuttosto che a Gesù Cristo. Ogni giorno presentandomi a Dio mi rendo conto di tutte le mie mancanze come prete ma quando mi guardo intorno mi consolo al confronto con gli altri per quello che vedo con i miei occhi e provo tanta frustrazione per come le persone da un punto di vista di fede o sono abbandonate a se stesse oppure sono portate a tutte le parti tranne che a Gesù Cristo! Io personalmente mi sono trovato molte volte in situazioni simili alla tua, soprattutto dopo l’ordinazione dove pur avendo sempre obbedito al vescovo sono stato tacciato di essere un prete ribelle, individualista e poco in comunione con la Chiesa... in una lettera di rimprovero che il vescovo mi ha mandato sono stato addirittura accusato di ferire con le “mie” Messe la comunione liturgica della Chiesa Cattolica (sic), solo perché ho cercato qualche volta andando sui limitari dei confini indicati dal Messale di “impostare” la celebrazione più intorno a Dio (che esiste) che all’uomo (ideale che esiste solo nella testa dei liturgisti e non nella realtà), questo quando intorno a me vedo preti che dopo 50 anni di sacerdozio nemneno lo conoscono com’è fatto un Messale e compiono abusi liturgici di ogni tipo e alcuni anche gravi che rasentano la profanazione e a loro nessuno ha mai detto niente, mentre io sono stato tacciato sia di essere un tradizionalista che un ultraleogressista senza rendersi conto dell’assurdità della cosa, ma come diceva Andreotti “le regole, per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano”... e quando la stragrande maggioranza della Parrocchia mi ha dimostrato vicinanza e affetto non sono stati nemmeno presi in considerazione tranne quei due tre aizzati da confratelli e Vicario Generale contro di me, questo giusto per dire che ci sciacquiamo la bocca ogni giorno di paroloni cone “popolo di Dio” “ascolto” “dialogo” etc salvo poi non ascoltare il popolo di Dio, quello vero, reale, concreto, quando non dice quello che ci piace... ( per inciso se avessi aperto la comunità neocat tutto mo sarebbe stato perdonato)... io ho avuto più aiuto nella fede e nel ministero dai laici che da coloro che avrebbero dovuto farlo per l’ufficio che ricoprono... e ho un ragazzo in Parrocchia che sta maturando una bella vocazione e sinceramente non so che pesci prendere perché sarebbe come gettarlo in pasto ai piranha... ho scritto pensieri sparsi e disordinati, per dirti che capisco quello che stai passando, non mollare e vai dritto per la tua strada, Dio non ti lascerà in balia delle loro volontà malate, la tua vita è nelle Sue mani e non nelle loro, lui potrà aprire porte nelle mura più difficili da superare, solo non mollare la tua fede e la tua fiducia in Dio e nella tua chiamata.