venerdì 22 gennaio 2016

Quelle riviste

Nel tardo pomeriggio portai nella sala comune, quando nessuno mi vedeva, la mia piccola e preziosa collezione di riviste. Mi pareva giusto condividere con gli altri seminaristi ciò che avevo di bello. Anche se non avessero capito nulla di aeronautica, erano zeppe di belle foto: aerei, paesaggi, elicotteri, aeroporti.

A sera, poco prima di cena, le riviste erano state trasferite in blocco nel cestino delle immondizie lì a lato. Ho un sospetto che sfiora la certezza, che sia stato il Figliuolo Prediletto del superiore. Mi limitai a recuperare pietosamente le riviste e a riportarle in camera mia, per ripulirle e salvarle.

La chiusura mentale dei seminaristi è qualcosa di inaudito. Da un lato amano commentare cento volte con voce libidinosa ogni foto di ogni catalogo di articoli religiosi (specialmente paramenti), dall'altro si permettono talvolta di inveire contro coloro che sguazzano tra pizzi e merletti, e poi non appena gli si propone la libertà di guardare qualcosa di diverso (e non peccaminoso), istintivamente cestinano tutto. Quelle riviste che avevo donato alla comunità erano state trattate come spazzatura.

Il guaio è che tali seminaristi fanno carriera proprio in virtù di quell'istinto. Un seminarista capace di leggere qualcosa di diverso dal catalogo paramenti e dall'annuario diocesano, è un seminarista pericoloso, "non dialogante", che perde tempo con frivolezze, che non prega, ecc.

Nessun commento: