sabato 14 maggio 2016

Il paggetto del superiore

Eravamo due novizi e un aspirante. Quest'ultimo era il paggetto preferito del superiore della casa.

Il paggetto era un ragazzetto ignorante e psicolabile. Il superiore avvertiva un penchant irresistibile per questo suo Figliuolo Prediletto, ai limiti della pederastia.

Pareva di vivere un film surreale. Il Prediletto ha da cominciare l'anno propedeutico prima degli studi teologici. Gasatissimo, viene a mostrarci la cartella con l'abbecedario, penne, quaderni, e perfino la banconota da dieci euro: il superiore lo aveva dotato di tutti i comfort, come Geppetto con Pinocchio. Perfino la banconota da dieci euro per una colazione al bar.

Un film surreale. Il 21 marzo il Paggetto Prediletto deposita davanti alla camera del superiore un pacchetto di cioccolatini, con bigliettino che recita "Padre questo è X S. Giuseppe [sic], scusate sè poco [sic], sperando che un giorno mi accetterete come figlio. Auguri". [sic]

Un film surreale. A pranzo il superiore nega al Prediletto il permesso di... accompagnare fino a casa una parrocchiana che aveva il polso ingessato. "Ma io faccio un'opera di carità", obietta l'efebo. "Sì, ma quella non è carità" replica delicato e sorridente il superiore. "Ma tanto io lo faccio per il Signore", soggiunge seccato il paggetto. "Ma c'è modo e modo di fare opere di carità", insiste delicato e gioviale il superiore. "Ma uffa, io ho bisogno di una mammina" insiste il paggetto. Non gli bastano suo padre e sua madre (che cominciano a ciondolare un po' troppo spesso negli spazi di questa casa), non gli basta la sua famiglia, non gli basta il "padre mio" superiore a cui aveva regalato i cioccolatini: ora vuole pure una "mammina".

Un film surreale. Una signora in chiesa va a domandare al superiore: "i foglietti della messa non ci sono?" Il superiore automaticamente si volta verso di me e ripete con voce stridula: "i foglietti della messa non ci sono?"

Un film surreale. Mercoledì delle ceneri, giorno di digiuno, ricco di sottintesi (come tra ragazzine dispettose e isteriche), che mi fa supporre che il superiore e il Figliuolo Prediletto si siano organizzati da soli per mangiare, senza avvisare nessuno (come al solito). A ora di pranzo non vedendo nessuno in giro cucino un po' di pasta, presumendo che i superstiti - cioè io e un confratello - ne mangeremo a pranzo e a sera, senza secondo, senza pane, senza altro (digiuno, no?). Mi ritrovo a pranzare da solo. Metto in frigo la pasta avanzata. Ma a sera il Figliuolo Prediletto s'infuria: non trova più la pasta che aveva visto in frigo. Il giorno dopo, a tavola, inveirà contro "l'ingordizia" (sic), sottintendendo che solo lui e il superiore avevano ottemperato all'obbligo del digiuno (che consiste evidentemente nel mangiare senza farsi notare).

Un film surreale. In sacrestia, il superiore chiede al suo paggetto (con un vocione tale che si sente anche in chiesa): "ma hanno pulito?" Si riferiva a noialtri. Lo ha chiesto al paggetto, come se quest'ultimo fosse il kapò incaricato di controllare i furbi che tentano di farla franca. Nessuno aveva tentato di farla franca: era già pulito, ma chi è sporco dentro vede sporcizia dappertutto.

Un film surreale. Il superiore ammette candidamente di essere diffidente (tranne quando si tratta del suo Prediletto): "io la fiducia la do ma bisogna conquistarsela".

Un film surreale. È Pasqua, e le celebrazioni ci hanno prostrato, finalmente è ora di pranzo. Stando alla tabella dei turni tocca al Paggetto lavare i piatti. Il Paggetto si agita di qua e di là per dire che sono troppi piatti da lavare, e sgattaiola via. Restiamo io e un altro a lavare, col superiore che compare ogni trenta secondi per controllare che nessuno la faccia franca. Fino alle cinque del pomeriggio, ogni volta che stiamo per finire, la voce sempre più stridula del superiore ci annuncia altre cose da fare, per lo più con i verbi all'infinito. "Asciugare e separare". "Spazzare". "Il secchio". "Metti in un panno, va bene anche della carta". "Lavare". "Vieni, che c'è da lavorare". "Alle cinque e mezza in cappella per il vespro".

Un film surreale. Siamo a cena. Il superiore è al telefono con un suo amichetto prete. "Te lo passo", dice con voce gioviale, e passa il cellulare al Paggetto. Il quale al telefono dice: "ciao... no, sto seduto su una sedia... no, la sedia è piatta... la sedia è piatta, non ci sono punte..." Quale può essere stata la domanda alla quale la risposta è "no, sto seduto su una sedia e non ci sono punte"? (al termine della telefonata il superiore si lamenterà che è durata ben dieci minuti -orrore e spreco!- e si lamenterà che a tavola non c'è stato dialogo tra noi novizi e che l'unico dialogo c'è stato nella telefonata).

Un film surreale, col superiore in preda all'isteria. "Ma insomma! Non sono un gatto, che cos'è questa roba? Non voglio mangiare come un gatto! Prendete un piatto, su, su!"

Un film surreale. Ci sono quattro camere con bagno, più quattro camere senza bagno, più l'appartamentino interno (due camere più bagno). Provate ad indovinare. Esatto: l'efebo paggetto ha una camera con bagno, noialtri (incluso il superiore) abbiamo camere senza bagno. Le altre camere con bagno sono per gli "ospiti" (mai usate per gli ospiti; anzi, negli unici due casi abbiamo utilizzato camere senza bagno) e l'appartamentino è per quel sacerdote anziano che da anni non abita più qui. Da mesi ci viene annunciato che una delle camere con bagno dovrà diventare "ufficio del prefetto di sacrestia" (qualunque cosa significhi, visto che la sacrestia resta lontana ottantasei scalini e centosedici metri). Il "prefetto di sacrestia" sarà ovviamente il paggetto.

Un film surreale, con la solita voce isterica. "Ma insomma! Per la colazione ci vogliono dieci minuti! Voi non date abbastanza, dovete dare molto di più! Vuol dire che dovrò diventare autoritario!"

(continua...)

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