Molto tempo fa, in una galassia molto, molto lontana, questa era la prima preoccupazione della maggior parte dei sacerdoti: la condizione morale delle anime, inclusa la propria. Oggi molti vescovi e sacerdoti, così come molti genitori e guide varie all’interno della Chiesa, sembrano molto più preoccupati dei sentimenti e della felicità emotiva di coloro che sono sotto la loro cura, piuttosto che della loro effettiva condizione morale.[mgr. Charles Pope]
Si preoccupano di più della correttezza politica e di non turbare chi è impegnato nella politica dell’identità e che fondano la loro stessa identità su abitudini aberranti e peccaminose e su inclinazioni malate. Che una persona sia felice e affermata sembra oggi più importante dell’essere chiamata a pentirsi e guarire e ad essere preparata per il giorno del giudizio. La felicità transitoria e apparente eclissa la felicità vera ed eterna. Inoltre, il silenzio di fronte ad orribili peccati, il demandare tutto a potenti ecclesiastici e a leader culturali di questo mondo, il servilismo nei loro confronti, sembrano superare ogni preoccupazione per il danno causato alle anime e alle vite degli altri.
«Perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo».