giovedì 25 settembre 2014

L'incontrino prima delle elezioni

Così, all'improvviso, corse voce che il rettore aveva indetto un incontro per venerdì sera, dopo cena, per parlare di elezioni. Obbligatorio per tutti i seminaristi, naturalmente, con controllo delle presenze. Oh, non sarebbe stato un comizio: c'era solo un suo confratello, esterno al seminario, che ci avrebbe dato degli utili chiarimenti per le elezioni di domenica e lunedì.

Il confratello, più che da prete, era vestito come un anziano politicante da bar. Fece un comizio tutto zeppo di sottintesi e allusioni per dire che... bisognava votare a sinistra. Ogni volta che alludeva alla sinistra, il rettore del seminario sorrideva compiaciuto stringendosi le mani. Proprio sinistra-sinistra, mica i populisti, che orrore, mica la destra, che vergogna, mica l'estrema sinistra.

L'omelia terminò dopo un'ora e mezza e finalmente ci comandarono l'applauso di circostanza. Durò pochi secondi soltanto, e fu piuttosto un gesto di liberazione, di chi non vuole perdere altro tempo. Anche i seminaristi più sinistrorsi (cioè la maggioranza) avevano una faccia da Corazzata Kotiomkin con sottotitoli in cecoslovacco e una malrepressa fretta di svignarsela dalla sala. Il rettore mostrò una breve smorfia di disappunto nel vedere che l'applauso era durato pochi secondi soltanto.

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