sabato 8 novembre 2014

Anche il sangue

Quando un seminarista si lamenta della vita di seminario o addirittura dei superiori, la prima tipica reazione è quella di qualificarlo come un pigro lavativo scansafatiche che si rifiuta di obbedire. Per mia colossale fortuna assistei in diretta a questo fenomeno il primissimo giorno di pre-seminario e quindi mi imposi di ubbidire sempre e a qualunque costo.

Una volta il superiore della casa mi comandò dei lavori pesanti nonostante io fossi visibilmente abbattuto da altri lavori pesanti. Da fare prima della preghiera. Andai lesto a fare quel che mi era comandato. Senza attrezzi e col fiato del superiore sul collo, mi ferii fino a sanguinare. Il superiore era imbestialito per la fretta e quindi non potendo fermare per medicarmi, mi leccai di nascosto le ferite per evitare di sembrargli uno scansafatiche pigro lavativo ritardatario disubbidiente (posso assicurare che non avevo altra scelta).

Ma è giunta l'ora della preghiera! Presto, presto, corri, corri, in camera, il breviario, giù di corsa in cappella. Il superiore aveva cominciato la preghiera con un minuto di anticipo, in modo da farmi risultare in ritardo (il Signore saprà come premiarlo per questo episodio e per tutti gli altri dello stesso genere).

In tutta sincerità posso dunque dire che per la mia vocazione ho dato anche un po' del mio sangue, e non è servito a niente.

Gli ostacoli sul mio percorso vocazionale sono stati infatti i formatori con le loro peculiari idee sul sacerdozio, sulla formazione, sulla spiritualità sacerdotale, ecc.

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