In seminario c'era un mingherlino con una barbetta stile Ramsete II, un paio di occhialini stile fondo di bottiglia e una dedizione inossidabile al dialogo con l'islam. Al vederlo si direbbe che avrebbe preferito rinnegare Gesù piuttosto che Maometto: ma alla fine della giostra lui è stato ordinato sacerdote e io no.
Quasi prevedendo questa evenienza mi permisi uno scherzettino innocentino. Presi un'immaginetta di Bin Laden e ci appiccicai su la sua faccia. Con un po' di photoshop il lavoretto venne alla perfezione. Al posto di "Laden" scrissi il suo cognome (con una splendida assonanza).
Seduto nell'ultima fila dell'aula, in attesa del professore di Pastorale Giovanile perennemente ritardatario, chiamai a me il seminarista più ciarliero del seminario e gli dissi: ti fo vedere una cosa sul mio computer portatile ma devi mantenere il segreto...
Pochissimi istanti dopo una folla di seminaristi accalcati dietro di me condividevano le grasse risate: uàh, uàh, uàh! - tanto che il professionista del dialogo con l'islam dovette far fatica per scrutare almeno da lontano l'opera d'arte.
Quando il professore entrò sbraitando per il chiasso chiusi immediatamente il computer. Ci volle qualche minuto prima che le risate e i complimenti cedessero il posto alla lezione.
Il dileggiato in cuor suo meditò le più feroci vendette, e al termine della lezione corse dal rettore e dall'animatore a denunciare il terribile misfatto. La sua foga però dovette costargli in credibilità, perché la faccenda non mi fu mai obiettata - a quanto pare nemmeno nelle sovietiche "relazioni di fine d'anno". Può darsi che al suo fallimento abbia contribuito molto la sua notoria profonda empatia verso l'islam.
Aveva sulla scrivania il Corano accanto alla Bibbia. Gli si accendeva una strana luce negli occhi quando si parlava dell'islam. Spesso nella "preghiera dei fedeli" - cioè nelle omelie spontanee obbligatorie durante le liturgie delle ore e della Messa - tirava fuori qualche concetto musulmano sotto le mentite spoglie del "ieri al gruppo ecumenico..."
Il seminario è un ambiente talmente chiuso e soffocante che al puro scopo di gridare "ehi, esisto anch'io!" tanti seminaristi si inventano qualche bizzarra peculiarità per distinguersi dagli altri: e costui si era autoinvestito del compito di spacciarsi per professionista del dialogo con un islam immaginario.
Nessun commento:
Posta un commento