Nei seminari italiani - come in tutti gli ambienti chiusi - la giusta discrezione viene sostituita dalla forsennata curiosità.
Episodio.
Chiesi il permesso di partecipare al vescovo facendogli notare che la cosa non interferiva col calendario del seminario. Ero convinto che l'avesse capito che non ne avevo parlato con nessun altro (per evitare l'effetto-cascata del "tento la furbata anch'io").
Pochi giorni dopo uno del mio stesso anno mi apostrofò dicendo: "poi, tu, che te ne vai anche a quegli esercizi..." Me lo disse con la cattiveria di chi svela un inconfessabile segreto del proprio nemico. Gli risposi: "ma tu come fai a saperlo, visto che io l'ho detto solo al vescovo?" E lui, con ancor più faccia tosta: "in giro si sa tutto".
Fu lì che scoprii il meccanismo del Confidente Privilegiato. Il vescovo avrà avvertito il rettore del seminario della mia faccenda. Quest'ultimo avrà notificato la cosa a qualche suo fedelissimo. Il quale a sua volta l'avrà riportata al suo confidente, raccomandando di mantenere il segreto. Quest'ultimo avrà buttato lì la cosa al suo amichetto, aggiungendo "ma non te lo dovevo dire". E quest'ultimo avrà trovato un motivo per lasciarsi sfuggire la notizia al mio commilitone che mi aveva apostrofato con cattiveria.
Nessun commento:
Posta un commento