martedì 8 luglio 2014

Riflettere sugli errori. Anche quelli altrui

Ristorantino dell'aeroporto militare, pranzo con diversi piloti. Uno parla della dinamica di un incidente mortale. Un altro racconta di un guasto causato dall'incompetenza. Un terzo ricorda il danno fatto in un atterraggio.

Erano convinti di avere molto da imparare dagli errori altrui. Anche quando si tratta di coincidenze impossibili o di errori banali. Perfino quando si tratta di ciò che non riguarda la propria mansione.

C'è sempre da imparare. Anche la Bibbia è zeppa di minuziose descrizioni di peccati. Quali potrebbero essere le circostanze che mi indurrebbero ad adorare il vitello d'oro? Il peccato di Davide in quali punti si poteva bloccare o evitare? Al seguito del Signore, come evitare di farsi invischiare nella discussione su chi sia il più grande del gruppo?

Oggi c'è una tripla epidemia in corso nel mondo cattolico - il perbenismo, l'ipersuscettibilità e la cafoneria - per cui diventa difficile parlare degli errori altrui senza beccarsi il solito siluro del "sei un pettegolo e ti lamenti sempre".

Eppure c'è tanto da imparare.

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