lunedì 27 ottobre 2014

Turni e scansafatiche

E così ci dividemmo i turni. Ma naturalmente il superiore era sempre fuori per impegni pastorali. Il suo prediletto, per imprecisati motivi di salute, scansava tutte le fatiche e faceva male quelle che non gli piacevano. Noialtri ci dovevamo dividere gli assegni mancati.

Uno dei giovani preti era pure impegnato negli studi, per cui cominciò a saltare i suoi turni. La prima volta ne fui seccato: la seccatura però mi fece riflettere e perciò cominciai spontaneamente a impegnarmi al posto suo. Non so se si sia mai veramente accorto del mio gesto, poiché il chiedermi spiegazioni sarebbe stato un autoaccusarsi. Quando avrebbe potuto darci una mano per le pulizie, gli dicevo: no, ci penso io, no, siamo già organizzati, non preoccuparti, torna pure a studiare. Feci perfino un po' di fatica a fargli capire che ero sincero. Volevo contemporaneamente liberare di un inutile peso un sacerdote e nel frattempo creare abbastanza "incidenti di percorso" per far notare al superiore che erano più i privilegiati esonerati (chi per un valido motivo, chi no), che gli effettivi impegnati.

Naturalmente il superiore stesso, tutto preso nel concedere favori e privilegi al suo prediletto, fece finta di niente. Troppo comodo farci sgobbare come schiavi ostentando perfino l'alibi di credere che i turni venissero rispettati. In nome del suo giovanotto prediletto era disposto a chiudere non uno ma due occhi sul fatto che anche il giovane prete (che non godeva certo delle sue simpatie) scansasse i turni di servizio.

Contrariamente a quanto recitano gli untuosi libretti devozionali settecenteschi, la Chiesa non ha bisogno di superiori sadici. Riescono non solo a devastare le comunità, ma anche ad insegnare i peggiori vizi: come quello di fare strettamente ed esclusivamente (e ostentatamente) il proprio dovere. Per di più, quando un superiore interpreta la carità come debolezza, a lungo andare non riesci più ad essere caritatevole: diventi un burocrate come gli altri. Il superiore cala la mannaia dei turni di servizio, e gli inferiori rispettano il minimo indispensabile facendo notare tutte le volte che per colpa di "qualcuno" sono costretti a faticar di più. Proprio come nei tempi d'oro dell'Unione Sovietica.

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